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I FRATELLI GHEDINA: PITTORI DELL'OTTOCENTO

18 Marzo 2013
Feliciana Mariotti
Archivio 2013
Il professor Paolo Giacomel (Foto Feliciana Mariotti - www il notiziariodicortina.com) Venerdì 15 marzo al museo Etnografico il professor Paolo Giacomel ha tenuto una relazione sui pittori fratelli Ghedina. In molti nel passato hanno dato, nelle loro pubblicazioni, una de finizione esplicita di questi fratelli: Pittori di bella fama (Paul Grohmann), Pittori e frescanti (Oreste Ghedina), Garibaldini e pittori (Felice Mariotti), Pittori dell'Ottocento (Agostino Marie Comanducci). Giuseppe Ghedina, nacque nel 1825, e frequentò la Scuola Popolare e a 13 anni, avendo talento, andò a studiare pittura a Venezia. Più tardi arrivarono Luigi e Angelo. Alcuni documenti evidenziano Giuseppe e Luigi anche alla Scuola di Belle Arti di Monaco. Giuseppe fu nell’esercito pontificio e poi passò tra i garibaldini. Affresco esterno de ra Ciasa de i pupe   Nel 1844 è a Roma per studiare e vi rimane sino al 1847. Giovanni Durando racconta che nel ’48 Giuseppe e Luigi erano nell’esercito ponti ficio, combatterono a Cornuda e poi si fermarono a Treviso. Il 23 aprile 1849 sopraggiunse Garibaldi per difendere il papato non dagli austriaci, bensì dai francesi e il 10 agosto venne imprigionato a Venezia. Per tutto il 1849 i fratelli si fermarono nella città lagunare. Dal 1849 al 1852 non si sa nulla. Dalla documentazione si apprende che nel 1852 Giuseppe fu a Venezia all’Accademia, insieme a Luigi che incominciava gli studi di disegno, e proprio nella Serenissima, Giuseppe disegnò il monumento di Tiziano conservato nella chiesa dei Frari a Venezia. Sposò Elisa Delnegro e, nel 1953, dipinse nella Basilica minore di Cortina La Madonna con San Sebastiano e San Rocco. L’anno seguente gli fu richiesto di abbellire la parete opposta della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Gli Schützen vollero che raffigurasse Ampezzo nel Tirolo che rende omaggio all'Austria, l’opera è oggi conservata in Municipio. Dal ’50 al ’66 Giuseppe fu a Solagna, Stevenà di Caneva e a Venezia, poi dipinse ra Ciasa de i pupe, nel ’63 insieme a Luigi fece i quadri per l’Hotel Aquila e poi fu a Udine. Alcune sue opere arrivarono a Ferrara. Nella cappella di Cadin si trova, a suo nome, una Madonna. Oltre a Giuseppe e Luigi c’erano altri due fratelli Angelo, scultore, e Cesare che suonava nella Banda cittadina il trombone. Nel 1883 Giuseppe divenne presidente della Scuola Industriale e morì a 71 anni. Angelo Ghedina, nella legione italiana formata da garibaldini, andò a Roma. Collaborò a realizzare gli affreschi de ra Ciasa de i pupe. Angelo Ghedina: "Angelo con le ali aperte", affresco, stanza dell'hotel Aquila (www.ilnotiziariodicortina.com) Gli viene attribuito l’affresco raffigurante un Angelo con le ali aperte, visibile in una stanza dell’hotel Aquila. Fu scultore e, per trent’anni, cassiere comunale, scoprì una pietra calcarea che fu usata per alleggerire il campanile di Cortina e, per questo, pare che il gallo (simbolo della famiglia Ghedina) posto sulla cima della torre campanaria di Cortina sia stato collocato in segno di ringraziamento. Di Luigi si sa che no al 23 marzo 1856 era ancora a Venezia all’Accademia, lavorò a ra Ciasa de i pupe e venne invitato a Vienna per insegnare a lavorare il legno e tenne anche diversi corsi ai maestri. È sicuramente sua la litogra fia Vizi e virtù familiari, che è stata rinominata dal professor Paolo Ghedina La Madonna della Difesa con i Santi Francesco e Chiara e i bambini monelli. Di questo Ghedina, considerato un grande insegnante, rimane una litogra fia raffigurante la morte del parroco Rudiferia con il calice in mano. I tre fratelli avevano un laboratorio a Pontechiesa e nel 2004, quale segno di riconoscimento per quanto realizzato, il Comune di Cortina ha dedicato loro una piazzetta, laddove c’è ancora l’albergo, l’Hotel Aquila, e la dependance, ovvero ra Ciasa de i pupe. Durante la conferenza il professor Brotto ha mostrato due album, ritrovati da poco e ben conservati, che raccolgono i disegni di Giuseppe, quando era all’Accademia di Venezia, e ha raccontato di aver trovato un tascabile dove si riscoprono le capacità di Giuseppe, suo trisavolo: la sintesi del segno e la pulizia della linea. Una fermata all’Hotel Aquila ha mostrato l’attuale albergo di colui che fu considerato un pioniere dell’ospitalità ampezzana: Gaetano Ghedina proprietario della struttura nella seconda metà dell'Ottocento. ra Ciasa de i pupe (foto Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicortina.com) Una visita, su gentile concessione di Chiara Colussi, ha evidenziato gli affreschi, che si trovano all’interno de ra Ciasa de i pupe, eseguiti dai tre fratelli. (f.m.)

© il Notiziario di Cortina

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