Skip to main content

Inaugurata il 4 dicembre la mostra Ars et Labor, il fascino della manualità

04 Dicembre 2021
Feliciana Mariotti
Cultura e mondanità

Foto Feliciana Mariotti

È stata inaugurata ufficialmente questa mattina (sabato 4  dicembre), a ra Ciasa de ra Regoles, la mostra "Ars et Labor, il fascino della manualità".

"A nome della Commissione Mario Rimoldi, che si occupa di valorizzare la collezione con allestimenti temporanei, do il benvenuto a tutti i presenti - ha affermato la professoressa Irene Pompanin  durante la presentazione della mostra -. Il bello chiama il bello è noi continuiamo a esporre grazie a Gianfrancesco Demenego, deus ex macchina, che ha una grande genialità nel trovare sempre nuovi argomenti da trasformare in mostre, come in questa dove si riesce a far dialogare le cosiddette arti minori, come quella orafa, con le arti maggiori, quali pittura e scultura, unendo l'ingegno dell'uomo colto con la propria laboriosità".

A sottolineare l'importanza della mostra è intervenuto anche il presidente delle Regole Flavio Lancedelli. 

Infine ha parlato il curatore dell'esposizione. "Questa mostra è frutto della collaborazione di molti - ha spiegato Stefano Cecchetto -, io sono co-curatore con la Commissione Rimoldi, la Collezione Fabbri e Janina Blokh.  Ars e Labor, il fascino della manualità parla dell'Homo Faber, protagonista del suo lavoro creativo che si distingue per la capacità di realizzare con le proprie mani opere grandiose". 

Al piano terra si possono ammirare i ritratti dal Cinquecento al Novecento, raffiguranti per lo più cortigiane e nobildonne abbellite da collane, anelli e bracciali, pronte a dialogare con gioielli inseriti in teche ed esposte sotto una luce particolare insieme ai fossili, frutto del lavoro della Bottega Orafa padovana. 

Una sezione della mostra è dedicata alle trasparenze della filigrana nei particolari lavori che spaziano da Cortina a Murano. La filigrana, i cui primi documenti che descrivono la filigrana a Cortina d'Ampezzo risalgono alla metà dell'Ottocento, si otteneva mediante la lavorazione dell'argento e dell'oro ridotta prima in sottilissimi fili, poi ritorti, intrecciati e accostati fra loro a formare svariati motivi decorativi, soprattutto floreali e geometrici. La filigrana in Ampezzo era già probabilmente nota nel Settecento, quando gli ampezzani creativi e capaci incominciarono ad andare a Venezia per apprendere l'arte. Nella Serenissima fin dal XVI secolo usavano la filigrana nella lavorazione del vetro. In mostra ci sono vasi, bicchieri, caraffe, alzate, coppe e collane dell'Ars Cenedese Murano che rispettano la tradizione dei maestri vetrai e aprono all'innovazione.

(Foto ©Feliciana Mariotti)

cortigiana

 

La sala al primo piano è riservata alla Collezione Fabbri Arte con manufatti di rara fattura artigianale che si distinguono anche per l’utilizzo di materiali diversi quali avorio, bronzo, oro, madreperla etc.

"La Collezione approfondisce l'arte antica e medioevale, le opere e gli oggetti preziosi" - è stato detto - "dimostrano che l'arte affiora attraverso lo studio dei materiali e svelano la conoscenza analitica delle tecniche". Soprattutto mettono in evidenzia la creatività, il buon gusto e il mestiere dell'artista del passato. 

Infine, sempre al primo piano, un settore della mostra è dedicata a disegni e gioielli contemporanei realizzati da orafi provenienti da tutti l'Italia, anche dal bellunese, che hanno dato vita a opere ispirandosi al passato. Interessanti anche i disegni di Aurelio Balistreri (Roma 1948 - 2003). Di origini napoletane il raffinato designer del gioiello a Roma ha dato vita a creazioni d'alta gioielleria. Di lui rimangono una miriade di schizzi e bozzetti a matita o a china, su carta e cartoncino che rientrano nell'Archivio che porta il suo nome.

A tal proposito su questa sezione Janina Blokh ha affermato: “Tutta l’esposizione è giocata sulle similitudini e sui contrasti tra l’antico e il moderno, entrambi al servizio di una pervasiva sensazione di bellezza che si pone come obbiettivo quello di raccontare la creazione di oggetti belli e preziosi, nati dall’ingegno e dalla fatica di orefici moderni e contemporanei che spesso sono insieme artigiani/designer e artisti. Con le loro opere esposte sono in grado di stupire, divertire e solleticare l’intelletto”. 

"Una mostra - ha dichiarato in conclusione Cecchetto - che, con un sottile gioco di parole, dimostra che l'uomo è ancora in grado di realizzare qualcosa di geniale. Invito i giovani a venire a visitare Ars et Labor - Il fascino della manualità affinché riescano a vedere il futuro come un ritorno al passato reinventandolo”.

Infine al secondo piano si può ammirare la Collezione d'Arte Moderna Mario Rimoldi. L'esposizione proposta quest'anno è stata suddivisa in due parti dedicate al paesaggio e al figurativo, due tematiche importanti affrontate da artisti dell'arte Moderna e Contemporanea che fanno parte della collezione. Si possono ammirare le opere di alcuni artisti come Filippo De Pisis, Giuseppe Cesetti, Virgilio Guidi che si sono cimentati nel rappresentare alcune località d'Italia e altri maestri, quali ad esempio Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Felice Carena che hanno amato raffigurare le bagnanti.

La mostra Ars et Labor, il fascino della manualità" rimarrà aperta sino al 18 aprile 2022. Obbligatorio esibire il green pass e indossare  la mascherina.

Orari di apertura alla mostra:

5/12 dicembre 2021: 10.30 - 12.30/ 15.30 - 19.30

14/ 19 dicembre 2021: 15.30 - 19.30

13 e 20 dicembre: museo chiuso.

21 dicembre 2021/ 9 gennaio 2022: 10.30 - 12.30/ 15.30 - 19.30

11 gennaio /18 aprile: 15.30 - 19.30. Chiuso il lunedì. 

© il Notiziario di Cortina

CONDIVIDI