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58^ Anniversario della tragedia del Vajont-Il programma

08 Ottobre 2021
Feliciana Mariotti
Attualità

Manca solo un giorno al 58^ Anniversario della tragedia del Vajont.

LA TRAGEDIA

Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963 quando dal monte Toc si staccò la grande frana in un unico blocco e precipitò nel sottostante lago artificiale con un tonfo pauroso Quel lago artificiale fu creato dalla  diga alta 261,60 metri. La frana si mosse a una velocità stimata in circa 90/100 km/h. I dati forniti parlano di un'enorme massa lunga 2 chilometri, valutata da esperti in 260 milioni di mc, che una volta raggiunto il fondo risalì sul versante opposto e riempì la valle superando di oltre 140 metri la quota della diga. 50 milioni di metri cubi d'acqua (50 milioni di tonnellate) vennero spostate di colpo e scaraventate sul lato opposto della valle a una velocità doppia rispetto a quella della caduta della frana stessa, sollevandosi di 250 metri. Dopo il rimbalzo la frana tornò indietro dividendosi in due parti: una verso il lago distruggendo i borghi di La Spesse, Il Cristo, San Martino, Marzana, Prada, Ceva e Lion; l'altra venne scagliata contro la diga, la superò in altezza di oltre 100 metri e andò a incunearsi nella stretta forra del Vajont acquistando velocità e potenze inaudite, piombando nella Valle del Piave. In pochi minuti scomparvero i paesi di Longarone, Pirago, Rivalta, Vajont, Villanova, Faé Basso, Malcolm e la parte bassa di Codissago. Le vittime furono 1910 di cui 487 bambini e ragazzi sotto i 15 anni. Di quelli vittime 1458 furono del Comune di Longarone, 111 di Castellavazzo, 158 di Erto e Casso, 183 di altri Comuni. Molti corpi non furono trovati e altri non riconosciuti.

Nel febbraio 2008 l'Onu ha indicato il Vajont come il peggior disastro causato dal fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di risolvere.

Dai dati forniti emerge un telegramma che fa venire i brividi e venne inviato da Enel-Sade all'ingegnere Pancini, direttore dei lavori, che all'epoca dei fatti, era in vacanza in America: Improvviso collo - enorme frana ha provocato la tracimazione diga Vajont con gravi danni Longarone stop Diga ha resistito bene.

8 OTTOBRE 2021: LA PRESENZA DI RENZO MARTINELLI REGISTA DEL FILM: "VAJONT, LA DIGA DEL DISONORE", A VENT'ANNI DALL'USCITA DELLA PELLICOLA 

VajontSono trascorsi vent'anni dall'uscita del film Vajont, la diga del disonore  del regista Martinelli. In tale occasione Martinelli torna a Longarone, al Centro Culturale oggi, 8 ottobre, alle ore 20.30. (prenotazione allo 0437 770119). 

Il film è un racconto romanzato della tragedia. Si parte dal 1959 quando sono in corso i lavori per la costruzione di un’imponente diga nella valle del Vajont. L’opera è progettata da tre ingegneri, Carlo Semenza (Michel Serrault), Alberico Biadene (Daniel Auteuil) e Mario Pancini (Leo Gullotta), per conto della SADE, acronimo di Società Adriatica Di Elettricità, una compagnia idroelettrica privata che in seguito verrà rilevata dall’ENEL. L’energia elettrica prodotta dalla diga dovrebbe migliorare l’esistenza della gente che vive nella vallata, ma la giornalista dell’ "Unità”, Tina Merlin (Laura Morante), dalle colonne del giornale per cui scrive denuncia pubblicamente la pericolosità di quella gigantesca barriera di cemento, destinata a superare abbondantemente i 200 metri d’altezza, sostenendo che causerà soltanto danni a un territorio fragile, soggetto a frane e smottamenti e perciò inadatto ad essere trasformato in un grande lago artificiale. A lato la storia d’amore di pura invenzione tra un geometra, Olmo Montaner (Jorge Perugorria), che lavora alla costruzione della diga, e una ragazza di Longarone, Ancilla Teza (Anita Caprioli). Gli Interpreti: Michel Serrault, Daniel Auteuil, Leo Gullotta, Jorge Perugorria, Anita Caprioli, Mauro Corona, Philippe Leroy, Nicola Di Pinto, Massimo Sarchielli, Jean-Christophe Brétigniere, Federica Martinelli, Eleonora Martinelli, Maurizio Trombini, Bruno Bilotta, Paco Reconti, Antonio Fabbri, Maria Cristina Mastrangeli, Pietro Ghislandi, François Montagut, Massimo Vanni, Davide Dal Fiume, Fabio Grossi, Giuseppe Casagrande, Valerio Massimo Manfredi, Roberto Andreucci.

GLI EVENTI DEL 9 e del 10 OTTOBRE 2021

Sabato 9 ottobre, alle ore 15.00, nel cimitero monumentale delle vittime del Vajont di Fortogna, la frazione del Comune di Longarone, si svolgerà la cerimonia a ricordo delle vittime. Il cimitero monumentale si presenta  come un immenso giardino, un infinito prato verde, sul quale poggiano 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni Vittima della tragedia, a prescindere dal ritrovamento, dal riconoscimento o dal luogo di sepoltura. È impreziosito da un trittico scultoreo in marmo bianco di Carrara dello scultore bellunese Franco Fiabane. Nel 40° anniversario della tragedia il cimitero è stato designato Monumento Nazionale dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

Roncade 9 ottobreAlle ore 20.30, nella Chiesa Antica di San Cipriano a Roncade, si svolgerà una serata “Per non dimenticare”, a ricordo delle vittime del Vajont, promosso dai Comuni di Roncade, Longarone e San Biagio di Callalta. 

Per la prima volta le celebrazioni in ricordo delle vittime si terranno in un altro comune del Veneto, Roncade, a sottolineare come questa tragedia sconvolse insieme alle comunità dell’Agordino la vita di molti veneti. 

In ricordo del tragico evento da alcuni anni gli ex giocatori di calcio delle squadre di Roncade e San Biagio di Callalta, che nel 1963 militavano nello stesso girone con la squadra del Longarone, si ritrovano insieme per quella che è stata chiamata “La partita della memoria” in onore dei compagni che persero la vita nella sciagura. Da questo legame nasce la serata evento di sabato 9 ottobre che vedrà la proiezione del filmato dedicato alla partita solidale, oltre che del film del regista Renzo Martinelli, che sarà presente all’incontro: “Vajont la diga del disonore”. 

Nel corso della serata, a cui sarà presente il Presidente della Provincia di Belluno e sindaco di Longarone Roberto Padrin, oltre ai filmati con le interviste ai sopravvissuti, saranno previsti due momenti di raccoglimento in diretta con la comunità di Longarone. L’evento sarà trasmesso a cura di Antenna 3 Nordest su canale 13 e visibile in diretta streaming, a partire dalle ore 21.00. 

Nella chiesa di Longarone della S. M. Immacolata si svolgerà la veglia alle 22.39, ora esatta della tragedia. Da Roncade ci sarà il collegamento in diretta il luogo di culto di Longarone per il minuto di raccoglimento. 

Concerti VajontNel progetto Musica per il Vajont, su idea dell'Associazione AUDiMuS E.T.S, sostenuta dal Comune di Longarone, dalla Fondazione Vajont e dal Comune di Pasian di Prato., sono stati inseriti due concerti sinfonici: il 9 ottobre, ore 21.00, nella Chiesa di San Giacomo a Pasian di Prato prenot.obbligatoria www.pasian.it/prenotazionie il 10 ottobre, ore 18.00 nella Chiesa della S. M. Immacolata a Longarone (l'ingresso è libero muniti di green pass). Si potrà ascoltare: Ouverture K38 e K196 di W. A. Mozart e Concerto per fagotto di W.A. Mozart e Concerto per violoncello di L. Boccherini. Il programma verrà eseguito dai due solisti d'eccezione: Friedrich Edelmann, già I fagotto dei Munchner Philharmoniker con Sergiu Celibida che e James Levine e Rebecca Rust, violoncellista allieva di Rostropovich.

Saranno accompagnati dall'Orchestra AUDiMuS diretta dal M° Francesco Gioia.

Il 10 ottobre alle 11.30 i due solisti si esibiranno in memoria delle vittime, suonando dal ciglio della diga.

GLI EVENTI PRECEDENTI ALL'8 E AL 9 OTTOBRE 2021

La serie di eventi, che culminerà nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 ottobre,  ha avuto inizio, a fine settembre, con la pedonata "I percorsi della memoria" che ha avuto grande successo e ha visto 3000 iscritti provenienti da tutta l'Italia.

L'1 ottobre sulla diga si è svolta una cerimonia di commemorazione delle vittime di Vajont Erto e Casso, organizzata dal deputato spilimberghese Marco Dreosto, promossa dalle amministrazioni comunali (nelle figure dei sindaci di Vajont, Lavinia Corona, e di Erto e Casso, Fernando Carrara) in collaborazione con il Parlamento Europeo, per estendere la memoria di questi eventi all'intera collettività dell'Unione Europea. Accanto al presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che è anche componente del Comitato europeo delle Regioni di Bruxelles, doveva essere presente il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, impossibilitato a intervenire per problemi di salute. Non possiamo dimenticare quello che è accaduto il 9 ottobre 1963 nella valle del Piave a Erto, Casso e Longarone - ha detto Sassoli nel discorso fatto pervenire in occasione della cerimonia, qui riportato grazie allo scritto dell'Ansa. Oltre ad aver causato quasi 2000 vittime innocenti, questo evento ha provocato una ferita profonda nella storia e nel tessuto sociale di questo territorio e dell'intero Paese. Non possiamo limitarci al solo ricordo - ha aggiunto Sassoli - perché il Vajont è un simbolo degli errori e delle tragedie che l'Italia avrebbe potuto evitare. L'Italia è un paese meraviglioso, ma il nostro è anche un territorio fragilissimo, delicato e sottoposto da sempre a grandi rischi naturali; all'Italia occorre un grande piano di manutenzione del territorio e un'adeguata legge sul consumo del suolo. 

cerimonia a FabbriLa mattinata del 2 ottobre è stata dedicata al ricordo di una figura fondamentale che ha trascorso tutta la sua vita alla ricerca della verità nella dolorosa vicenda del Vajont, una tragedia provocata dall'errore umano che vide  il 9 ottobre 1963 scomparire 2000 persone, spazzate via dall'onda provocata dalla frana del Monte Toc. Si sta parlando di Mario Fabbri, il giudice istruttore ceromonia Fabbri 3del processo del Vajont, scomparso, dopo una lunga malattia, nel 2019. Fabbri si attivò giovanissimo alla ricerca della verità e della giustizia. Inizialmente il Tribunale di Belluno incaricò una commissione che giudicò il Vajont una catastrofe naturale. Fabbri non si fermò, nominò una nuova commissione con tecnici che non erano coinvolti né in Sade, né in Enel. In 500 pagine formulò la sentenza che rinviava a giudizio 11 dirigenti della Sade, progettisti e tecnici. Il 25 marzo 1971 all'Aquila si svolse il processo che si chiuse con due sole condanne. A Mario Fabbri è stata intitolata nella mattinata di sabato 2 ottobre, davanti alle autorità, la scalinata sita nella zona bassa di Longarone lungo via Protti. 

Domenica 3 ottobre, giornata dei superstiti dell'Associazione "Vajont il futuro della memoria, al mattino nel cimitero di Fortogna si  è tenuto un momento di preghiera. 

Nei giorni scorsi una maglia del Longarone calcio è stata posizionata davanti alla tomba di Giorgio De Cesaro, calciatore  morto nella strage.

 

 

© il Notiziario di Cortina

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