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INAUGURATA IERI A PADOVA, A PALAZZO ZABARELLA, L'ANTOLOGICA SU GIOVANNI FATTORI

24 Ottobre 2015
Feliciana Mariotti
Archivio 2015
www.ilnotiziariodicortina.com TESTO DI FELICIANA MARIOTTI     “La mostra Fattori inaugurata ieri, venerdì 23 ottobre, ed esposta a Palazzo Zabarella a Padova sino al 28 marzo, è curata da Giuliano Matteucci, Francesca Dini e Fernando Mazzocca – ha esordito Federico Bano, che, con la sua fondazione, ha voluto fortemente promuovere questa esposizione -. La mostra ha una continuità stilistica eccezionale, rientra nel progetto dedicato all'Ottocento italiano (Macchiaioli, De Nittis sino a Fattori) e si deve al prezioso lavoro della Galleria d'arte Moderna Palazzo Pitti di Firenze e dell'Istituto Matteucci”. “L'antologica, dedicata a Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), fa parte di un progetto ambizioso – ha affermato Elisabetta Matteucci – e ci riempie di orgoglio poter contribuire con una serie di opere del periodo macchiaiolo. Siamo altresì felici del lavoro svolto da Vincenzo Farinella, Fernando Mazzocca e Francesca Dini.  Ci interessa sottolineare che in questa mostra sono state inserite opere sfuggite all'esposizione di Palazzo Pitti del 1987 e che un tassello importante, per capire il genere, è dato dallo studio della Battaglia di Magenta (1860)”.Dopo Hayez, Boldini, Signorini, i Macchiaioli, il Simbolismo in Italia, De Nittis, Corcos (lo scorso anno) si arriva ora a Fattori, un genio consacrato che la storiografia ha posto su un livello elevato – ha detto Fernando Mazzocca –. Questa mostra è una sfida, vinta rispetto a quella di Palazzo Pitti, soprattutto perché raccoglie quadri di varia provenienza (diverse le gallerie d'arte e collezionisti che hanno imprestato le opere per l'esposizione), che faranno, conoscere, a un pubblico giovane, un Fattori nuovo, una gloria non solo italiana ma europea, un precursore dei tempi. Come avevamo fatto per De Nittis, abbiamo scelto per il pittore livornese un percorso simile che permette di capire la sua evoluzione verso una modernità che è sempre più sconcertante. Questa mostra focalizza date nella convinzione di riuscire a solleticare il pubblico”. Si inizia con l'Autoritratto del1854 con Fattori che aveva 30 anni (l'artista pur non essendo precoce riuscì a bruciare tutte le tappe) e si arriva ad opere dove è tangibile, nella vecchiaia, la sua straordinaria vena creativa. “Questa esposizione - continua Mazzocca - mostra un percorso di 50 anni che non può ridurre Fattori alla definizione di pittore militare, ma di pittore di veduta, paesaggio, battaglie, vita quotidiana militare. Fattori è stato un pittore del Risorgimento, di riflessione, solitudine e angoscia e acquisisce dimensione nella natura e nel ritratto, anche se rimane circoscritto ai familiari. Personalità versatile, si è cimentato in vari settori, utilizzando materiali diversi. D'interesse sono le acqueforti (a cui si è rifatto Morandi), dove si nota un Fattori anticipatore dei tempi. Fu certamente un pittore universale, evidente nelle leggendarie tavolette, dove si denota, in stile sintetico, la rivoluzione della macchia. Rispetto ad altri macchiaioli però Fattori si è subito manifestato per la sua forte e indipendente personalità, capace di scelte più coraggiose, tipiche di un linguaggio moderno”. Osservando la mostra si coglie la dimensione lirica dei piccoli formati e la dimensione epica di quelli grandi. Colpisce la capacità di Fattori di interpretare la natura con occhi nuovi. L'esposizione, che mostra 120 opere, suddivise in sei sezioni, permette di capire non solo l'evoluzione dell'artista, ma anche la realtà del nostro Paese. Memorabili le sue parole: “Tutto il creato che vedo, osservo e tocco mi incanta, mi fa pensare... e credo che la nostra materia faccia parte di questo tutto che ci circonda. Io amo il realismo; gli animali, gli uomini, le piante hanno una forza, un linguaggio, un sentimento”. www.ilnotiziariodicortina.com Tanti i capolavori in mostra, tra i quali spiccano: La rotonda di Palmieri a Livorno, Cavalli in Tombolo, Muro Bianco, Lo staffato, Il Carro Rosso, Pio Bove. Interessanti anche i ritratti delle sue tre mogli. Merita particolare attenzione la sezione riservata alle splendide acqueforti, dove vengono affrontati i generi trattati nella pittura che lo stesso Fattori preferì non pubblicizzare, visto che la critica, a fine Ottocento, lo ritenne un“artista significativo quasi esclusivamente nel genere militare”, una definizione che non gli rese giustizia e la grande mostra di Padova dimostra le caratteristiche del pittore, capace di distinguersi in vari generi, spaziando in diversi campi. Info 049 8753100 www.zabarella.it

© il Notiziario di Cortina

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